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NUOVI INTERVENTI MININVASIVISI PER L'ERNIA DEL DISCO GRAVE: LA MICRODISCECTOMIA

"Se si riscontrano paresi muscolari e deficit nella deambulazione ma soprattuto se si manifesta la sindrome della cauda equina perché in questo caso le radici dell’estremità caudale del midollo vengono compresse o danneggiate, interrompendo le vie motorie e creando disfunzioni della vescica e degli arti inferiori"

La microdiscectomia è una tecnica mini-invasiva per il trattamento dell’ernia del disco lombare grave, che permette un recupero post-operatorio più rapido e meno doloroso rispetto alle tecniche tradizionali.


INTERVENTO CHIRURGICO PER L'ERNIA DEL DISCO LOMBARE: QUANDO PRENDERLO IN CONSIDERAZIONE

La sindrome della cauda equina è un insieme di sintomi che derivano da un’improvvisa compressione dei nervi spinali della zona lombare, la parte bassa della schiena, ad esempio in conseguenza di un’ernia del disco.


...se si riscontrano paresi muscolari e deficit nella deambulazione ma soprattuto se si manifesta la sindrome della cauda equina perché in questo caso le radici dell’estremità caudale del midollo vengono compresse o danneggiate, interrompendo le vie motorie e creando disfunzioni della vescica e degli arti inferiori.


Bisogna rivolgersi con

urgenza ad un chirurgo vertebrale.





La microdiscectomia è l’evoluzione della discectomia, trattamento con eguali finalità, ma di gran lunga più invasivo in quanto praticato “a cielo aperto”, quindi con ampie incisioni per le manovre di rimozione e/o sostituzione del disco vertebrale malato, nonché tempi di esecuzione e recupero post-operatorio maggiori.


La microdiscectomia, prevede solitamente l’utilizzo dell’anestesia generale, si procede con la creazione dell’accesso, con un’incisione non superiore ai 3 cm all’altezza della zona d’intervento con un approccio chirurgico AlIF, solitamente L4-L5 o L5-S1, motivo per cui viene questo intervento è chiamato anche microdiscectomia l4 l5 o microdiscectomia l5 s1.

Durante l'intervento si usa un microscopio, che permette la visualizzazione accurata su monitor e offre la possibilità di ridurre il quantitativo osseo da eliminare, per poi proseguire con la rimozione del contenuto erniato del disco intervertebrale.


Questa nuova tecnica mininvasiva, viene anche chiamata microdiscectomia endoscopica o microdiscectomia percutanea, quando l’accesso allo spazio discale viene eseguito attraverso l’uso di un endoscopio fornito di microcamere per una visualizzazione migliore e più dettagliata.

L’obiettivo principale dell’intervento è di rimuovere la compressione sulle radici nervose che causano il dolore e i deficit deambulatori.

L’intervento ha una durata relativamente breve e normalmente non va oltre i 60 minuti.


DOPO L'INTERVENTO DI MICRODISCECTOMIA

La microdiscectomia, trattandosi di un intervento mininvasivo, permette la dimissione del paziente e l’eliminazione del dolore in maniera più rapida.

Se non vi sono contro indicazioni già il giorno dopo l’intervento il paziente può alzarsi dal letto e la sciatalgia causata dall’ernia del disco lombare è normalmente scomparsa, anche se sarà presente un po di dolore da intervento.

I pazienti che non svolgono attività lavorative in cui sono previsti sforzi fisici intensi o numerose ore di guida possono tornare ai loro impegni lavorativi già dopo 15-20 giorni, mentre per le altre attività si consiglia un riposo di almeno 30-40 giorni.

Detto ciò, l’intervento prevede un programma di riabilitazione e diversi follow-up nel post-operatorio per poter monitorare e rendere efficaci le manovre svolte durante l’operazione, nonché accelerare il recupero della propria quotidianità.


La riabilitazione dopo l’intervento di chirurgia vertebrale ricopre un importantissimo ruolo nel recupero della funzione, per questo motivo va seguita con scrupolo e dedizione.

Va sottolineato anche che uno svolgimento accurato, mantenendo comunque uno stile di vita attivo, previene la manifestazione di altri episodi di sciatalgia.

I programmi di recupero hanno 4 obiettivi principali:

  • l’educazione del paziente che deve svolgere gli esercizi in modo corretto

  • il ripristino dei movimenti e della flessibilità del rachide;

  • il rinforzo della muscolatura a supporto della colonna vertebrale;

  • il recupero del controllo della colonna durante le attività.



Il recupero ottimale, dunque, sarà possibile solo con un forte impegno del paziente, che deve prendere coscienza della sua condizione ed evitare tutti i movimenti sconsigliati e potenzialmente pericolosi per la sua salute.




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